[STORYLINE] Il Re Senza Corona

Quest Artefatto per Grozoth

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    Il Re Senza Corona
    Quest Artefatto

    La Giudecca è sempre stata la tua dimora...
    In ogni epoca hai governato l’Ade con il pugno di ferro, infiammando ed eccitando il cuore dei tuoi guerrieri, poiché leader carismatico e temuto come non mai dai tuoi nemici ma in quest’attuale era, non sei più l’Imperator poiché la Viverna, in tua assenza, ha reclamato il trono per se...
    Come ci si sente ad esser un Re senza Corona?

    La Dama Oscura è impazzita: siamo già alla terza serva che perde l’udito a causa delle sue urla per non parlare delle altre due che sono morte. Possibile che sia per colpa di...

    Due Ancelle di alto lignaggio, spettegolano tra di loro ma non appena incrociano il tuo sguardo, fuggono via imbarazzate. Tinebra la conosci bene e nonostante sia sempre stata estremamente umana, sai perfettamente che non si sarebbe mai mostrata vulnerabile: solo con te mostrava le sue incertezze ma allora, cosa sta succedendo? Ma soprattutto... perché dopo averti riconosciuto, è scappata via?
    Sei di fronte alla sua stanza incerto sul da farsi: entrare o lasciarla sola? Sei tentato ad andartene quando la sentì singhiozzare quando accanto a te, spunta Tomas: l’antico demone, che mettesti come guardia del corpo della tua regina...

    Maestà
    Si inchina leggermente ed in segno di rispetto.
    Perdonatemi per non aver difeso la vostra sposa.
    C’é rammarico nella voce del Demone.
    Tinebr... Perla è turbata: l’attuale condizione in cui riversa la sta facendo impazzire ma in realtà, credo che sia più il vostro ritorno a farla disperare...
    Ti si avvicina, toccandoti la spalla sinistra.
    Andate, sono certo che Voi non verrete rifiutato ma vi avverto: è profondamente cambiata, forse, siete l’ultimo barlume di speranza della Dama Oscura...
    E così come è apparso, svanisce nell’ombra.

    Seppur titubante apri la porta ed al suo interno trovi uno spettacolo cui mai avresti immaginato di assistere...

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    Seduta in un angolo e circondata da tulipani color del sole, c’é Tinebra o ciò che dovrebbe essere.
    Un alone di ombre viola, riempie la stanza: il volto della donna è rigato da lacrime di tenebra ma non vi è nessun salato liquido a scendere cristallino, no... ogni goccia è una cicatrice dolorosa...

    Non mi guardare... ti prego.
    Non mi guardare... ti prego.

    Sussurra con quella stessa doppia voce, che ascoltasti il giorno del tuo risveglio.

    Sono un mostro!
    Sono un mostro!

    Che cos’è diventata, la tua antica sposa?



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Benvenuto nella tua Quest artefatto :mod:
    Presentaci Minosse e ciò che prova in questa nuova esistenza, per poi portarlo ad “affrontare” Tinebra o ciò che forse ne é rimasto :pulp:
    Buona Fortuna :love1:

     
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    Minosse del Grifone | Giudice | Stella del Cielo Nobile | VII | Energia Blu

    Post I

    ahXJnB5


    L'Ade era cambiato, trasmutato come oro in pietra priva di valore e lucentezza in modo irreversibile, nessun principio alchemico avrebbe potuto riportarlo agli antichi fasti. Un regno sprofondato nel caos, la decadenza governava incontrastata. Era la prima volta che osservavo l'Averno da una nuova prospettiva: nessun titolo ad accompagnare il mio nome se non quello millenario di Giudice e di Incantatore, nessuna corona a incorniciarmi il volto, nessun popolo a venerarmi dinanzi al Palazzo della Giudecca. Era il volere del Signore Oscuro. Non lo avrei contrastato, altri piani aspettavano di essere portati a termine in seguito alla mia venuta. Il fardello gravava sulle spalle e sulle ali della Viverna, designato come neo Imperator. Era strano. Nessuna invidia rodeva dall'interno, nessuna vana gelosia pulsava nelle vene, ero sereno. Altri compiti sarebbero stati miei, fra tutti: la Conoscenza.
    Un Incantatore senza incantesimi validi a dar supporto all'unico titolo mantenuto durante il lungo sonno, era questo a infastidirmi. Gran parte dei miei poteri era tornata a nuova vita, la Mente era forte e solida come non mai ma sentivo nel profondo del mio Io che qualcosa mancava, un tassello fondamentale per entrare in armonia con la Conoscenza e il Sapere appreso nei millenni. Un problema che si ripresentava ad ogni risveglio, una maledizione che gravava da quel giorno che con Hades demmo vita alle Stelle Malefiche e all'esercito degli Inferi - Che madornale errore... - continuavo a rimproverarmi per il fatale destino a cui avevo condannato tutti, persino i miei stessi fratelli.
    Forse il vantaggio di non dover badare alla burocrazia e alla noiosa amministrazione di un regno era proprio questo: concentrarmi negli studi e trovare il modo per spezzare i ricordi offuscati che inibivano come un'anatema i miei sconfinati poteri. Dovevo capire cosa fosse e come dissolverlo. Dovevo necessariamente Sapere.
    Tuttavia, non avevo fatto i conti con un problema ben più grave: Tinebra. Colei che inebriava di sconfinata bellezza e immenso amore l'aria della Biblioteca come incenso e profumate spezie, colei che infondeva sicurezza nel mio operato e saggezza nelle formule magiche e cosmiche da cui traevo sommo potere. Era fuggita in una nube di fumo nero e denso, lasciando il cuore aperto e straziato l'ultima volta che incrociammo lo sguardo dopo millenni di torpore.
    Mai avrei pensato di ritrovarla in un simile stato, mai avrei pensato di dover essere io a dover allevare dolore, paura, disperazione. Melkor aveva tolto molto all'Ade ma Tinebra era colei che aveva perso più di tutti. Trasformata in una Banshee il cui urlo straziava l'anima, martoriava il cuore e conduceva alla pazzia. Nessuno poteva resistervi tranne me, forse.
    Tomas...come sta? - tentavo invano di nascondere preoccupazione e ansia con un'espressione vuota e autoritaria ma nello sguardo del demone posto al fianco di Tinebra da me medesimo scorsi incertezza e confusione - Mi occuperò io di Lei. Allontana ogni ancella o skeleton nei paraggi, se l'urlo dovesse propagarsi più del dovuto saremmo costretti a rinunciare a parte delle nostre forze. Per il momento isoliamo la Giudecca, informatemi se l'Imperator dovesse tornare, intanto cercherò di ripristinare l'animo dell'Oraculum in un modo o nell'altro - non dissi nient'altro, soltanto lo sguardo vuoto rimase a impartire altri ordini al demone, tra questi il congedo.
    La porta che separava me e l'Oraculum era di marmo scuro e pesante ma ad uno sguardo più attento mi sembrò farsi carta e sgretolarsi in piccoli frammenti di pergamena al vento. Respirai a fondo e ingurgitai saliva amara prima di ruotare la manopola e farmi avvolgere da un'aura oscura, nefasta, più mortifera della Morte stessa. Mi mancava il respiro, il petto era pressato da una forza impressionante e dovetti rimanere diversi istanti in silenzio prima di abituarmi all'aria così rarefatta e poter parlare liberamente.
    Lacrime nere come le tenebre su cui poggiava l'Averno stesso rigavano il viso grigio e spento della Dama Oscura, nessuna era talmente forte raggiungere la base della guancia e ricadere come goccia di rugiada sul terreno freddo e buio della sala. Avrei voluto afferrarla e strapparla al crudele destino a cui era andata incontro come una madre con i suoi figli ma non ero così potente da poterlo fare. Gli occhi erano la quintessenza della sofferenza e della disperazione, le venature delle finte lacrime corvine marcavano con forza e vigore il bulbo oculare e coloravano le iridi di sfumature cineree. Una simile manifestazione di tormento agghiacciò persino me, un Giudice dell'Ade.
    Non disperarti mia Signora, non con me...dobbiamo porre fine alle tue sofferenze. Non puoi annegare nella disperazione così facilmente, non te lo permetterò... - se non si fosse trattato della mia amata avrei già raccolto campioni da analizzare e consultato tomi impolverati dal tempo per cercare una cura, ma era diverso. L'Amore verso Tinebra offuscava qualunque cosa, la mia ossessione verso la Conoscenza era divenuta placida come un cane rabbioso sotto effetto di pesanti narcotici. Ero in trappola, ancora una volta vorticavo inerme in una spirale di sensazioni contrastanti: tormento e allegria, rabbia e amore, dolore e gioia.
    Non sarà questo sortilegio ad allontanarmi da te nè ora nè mai. Guardami - mi avvicinai a lei lentamente, le sollevai con l'indice il viso facendo leva sul mento e gettai i miei occhi nei suoi - E non invaderò la tua mente per scoprire la natura di ciò che ti è accaduto ma una cosa è certa: io ti salverò! - mi avvicinai sfiorando le labbra con le sue, attesi un suo gesto prima di liberare la magia di un bacio millenario.
    Io so come poterti salvare...devo trovare un antico tomo di magia proibita ma che sarei in grado di utilizzare e canalizzare per tentare di spezzare le catene che imprigionano il tuo spirito - mi allontanai, avevo timore di farle una promessa che non avrei potuto mantenere - E' la Chiave di Salomone, un libro perduto nel tempo e nello spazio ma...lo troverò per te - attesi qualche istante prima di rivolgerle la domanda a cui poteva seguire la risposta più dolorosa che potesse darmi - Sei certa di voler essere salvata da un tale supplizio? - una luce vermiglia balenò nel cielo senza stelle dell'Averno accompagnando imbarazzo e timore zampillanti come acqua di una fontana dalla mia debole voce.

    Info Pg

    narrato | - parlato - | pensato

    Mente: Disperato
    Corpo: Eccellente
    Armatura: Non indossata
    Link Scheda: Link
    Note: //

    Abilità Utilizzate:
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    Tecniche Utilizzate:
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    ©hitsuga
     
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    Quest Artefatto

    L’Amore non muore Mai...
    Quella frase trovò il suo significato più profondo, in quel bacio che dopo secoli e secoli, finalmente vi stavate concedendo: un fuoco sacro, lo stesso che distrugge e porta rinascita, come una sacra fenice che risorge dalle sue ceneri. Forse era ciò di cui aveva bisogno Tinebra, di sentirsi amata al di là di ogni forma e contesto ma ciò che le proponi e racconti, fa tendere le sue lunghe ed inumane orecchie, facendole mancate il respiro.

    Nessuno può spezzare queste catene, Amore Mio ed anche se potessi farlo io... io...
    Nessuno può spezzare queste catene, Amore Mio ed anche se potessi farlo io... io...

    Ti si avvicina e prende il tuo viso tra le mani.

    Non te lo permetterei: tu non hai idea di quale sia il prezzo da pagare. Ho già un’anima sulla coscienza: non permetterò a nessuno di toccarti!
    Non te lo permetterei: tu non hai idea di quale sia il prezzo da pagare. Ho già un’anima sulla coscienza: non permetterò a nessuno di toccarti!

    Di cosa sta parlando la Tua Dama Oscura? Sembrerebbe volerti dire qualcos’altro mentre i suoi occhi si rigonfiano di lacrime amare ma all’improvviso, punta il suo sguardo bagnato, in una direzione ben definita dietro di te.

    Io non capisco, come ha fatto quel libro ad arrivare sin lì?
    Aradne... non giocare con me!

    Io non capisco, come ha fatto quel libro ad arrivare sin lì?
    Aradne... non giocare con me!


    Sentì il cosmo Tinebra espandersi, lasciandoti basito poiché la sua potenza è simile a quella di un Dio, nulla a che vedere con quello che tu conoscevi e comprendevi. Stai per intervenire quando la Banshee si volta a destra e si rilassa, inarcando le sopracciglia.

    Oh Agatha, questo è un dettaglio davvero interessante.
    Oh Agatha, questo è un dettaglio davvero interessante.

    Con chi sta parlando la tua sposa?
    Ma finalmente, Tinebra punta il suo sguardo su di te e con una certa malizia, riconosci la natura di quella luce intensa, che ora le brilla nelle iridi scarlatte.



    So dove andare Mio Re: quel libro in passato è stato ad soffio dalle nostre labbra e se lo desideri, lo prenderemo ma non per me ma per Noi...
    So dove andare Mio Re: quel libro in passato è stato ad soffio dalle nostre labbra e se lo desideri, lo prenderemo ma non per me ma per Noi...

    Si avvicina a te, pericolosamente ma preoccupata al tempo stesso.

    Sei consapevole del vincolo che ti legarà a quel manoscritto, vero?
    Sei consapevole del vincolo che ti legarà a quel manoscritto, vero?

    Ora, è tutto nelle tue mani.



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Libero di fare tutte le domande che vuoi :ops:

     
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    Post II

    ahXJnB5


    I morti si aggrappano intensamente ai ricordi della vita passata per alleviare le pene a cui sono inevitabilmente condannate. I ricordi si tramutano ben presto in tristezza, poi in rabbia, infine in odio. Non ho mai provato pena per loro. Prima di incontrare Tinebra invidiavo la loro capacità di amare, di prevalere sulla morte con la speranza, di compiere miracoli e sconfiggere un dio.
    Le guerre sacre combattute finora ne erano una valida dimostrazione. Avevo ucciso cavalieri di Athena in nome della Morte e della sua salvezza ed ero tornato nell'oblio della dimenticanza sotto i colpi furiosi di altrettanti cavalieri votati al bene e all'Amore. Era una forza misteriosa, portentosa, inarrestabile, incomprensibile persino per un dio o un suo discendente, per me. Fino a quando non baciai la Dama Oscura per la prima volta. Ogni volta che tornavo a nuova vita non riuscivo a ricordare nitidamente quella sensazione finché non tornavo a imprimere le mie labbra sulle sue.
    Un calore indescrivibile avvolgeva corpo e spirito, il cuore bruciava in fiamme inestinguibili, una forza simile all'energia liberatasi in seguito all'esplosione di una supernova pulsava in ogni dove. Tale era l'Amore. E no, non si contrapponeva al mio concetto di salvezza. L'unica vera salvezza è la Morte, essa libera uomini e divinità da supplizi, tormenti, dolore e ci fa trovare l'Amore in essa stessa.
    Nei tuoi occhi è riflesso ciò che provi, spezzerò le catene a qualunque costo. Ora sei la personificazione più vicina alla Morte su cui l'Ade possa contare, non permetterò che tu soffra incondizionatamente - il suo sguardo profondo e martoriato mi metteva a disagio. Ero tornato a nuova vita, con un corpo nuovo, avevo ripristinato gran parte dei miei poteri e se fossi riuscito a mettere le mani sull'antico tomo arcano avrei avuto accesso ad abilità fuori dal tempo e dallo spazio. Cosa aveva ottenuto Lei invece? Soltanto dolore per essersi sacrificata per i suoi figli, per l'Ade, per tutti.
    Avvolto nei miei pensieri e nello studio visivo delle sue movenze ipnotiche non mi accorsi di quanto stesse accadendo. Le iridi scure si spostarono oltre la mia figura, alle mie spalle, ero infastidito al pensiero che qualcuno avesse potuto anche soltanto scorgere un particolare della nostra intimità. Scostai le pieghe del mantello per osservare meglio con la coda dell'occhio ma non trovai che il fuoco tiepido di una fiaccola sulla parete. A chi ti rivolgi mia Regina? - chiesi con le sopracciglia inarcate tra l'irritato e il sorpreso, ma nessuna risposta giunse dalle sue cianotiche labbra. Chi sono Aradne e Agatha? - lasciai che i lacci della mente si espandessero attorno a me per sondare il terreno come un radar. Tremai dinanzi alla magnificenza del cosmo di Tinebra e alle figure sfocate che i fili della mente riuscirono a percepire: creature alate volteggiavano a mezz'aria e la luce biancastra e cobalto che emanavano era talmente intensa da farmi socchiudere gli occhi e perdere per alcuni istanti la concentrazione necessaria a mantenere la connessione psichica con la stanza.
    Tinebra cosa sei diventata? - il sol pensiero che potesse essere non più demone ma donna, non più amante ma spettro mi fece rabbrividire ma ancora più terrificante fu il pensiero che Lei non volesse abbandonare il suo nuovo e maledetto status - Hai ottenuto informazioni sulla Chiave di Salomone? - lo stupore prese il sopravvento sui miei pensieri tristi e sconsolati, la sete di conoscenza e sapere esplose come una gigante rossa nello spazio imperituro. Conosco ogni possibile indizio di dove possa essere...ho cercato in tutti gli spazi dimensionali per ottenere uno sconfinato potere ma non ho mai trovato nulla se non folli stregoni impazziti per la ricerca e la brama di ottenere il libro. La Chiave di Salomone è un artefatto estremamente potente, non tutti possono accedere alla sua conoscenza sull'arte della Metageometria e delle Chiavi Sigillanti - camminai silenziosamente descrivendo movimenti circolari in mezzo alla stanza cercando ancora piccoli segnali della presenza delle due misteriose creature - Essa, inoltre, concede il dono dell'Onniscenza: la Conoscenza Ultima a cui ambisco da secoli. Avrei una fonte di sapere sconfinato, potrei prevedere il futuro e indagare nel passato ma il prezzo da pagare è alto, lo so. Ma con te al mio fianco sono disposto a correrlo...Andiamo - esternai la mia ferrea volontà in un ultimo sguardo, il mantello vibrò accompagnando i passi verso l'uscita.
    Ritrovare Tinebra e la Chiave di Salomone erano desideri che non avrei mai pensato di poter avverare in così breve tempo ma potevano essere le armi con cui ricostruire l'autorità dell'Ade dalle fondamenta.

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    Mente: Curioso e temerario
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    Edited by Grozoth - 30/1/2020, 13:54
     
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    Quest Artefatto

    Tinebra avverte il tuo iniziale smarrimento e comprende la tua curiosità mista a sgomento. Ci sarebbero da dire molte cose, raccontare eventi che forse la tua natura, seppur millenaria, non sarebbe in grado di comprendere...
    Respira la tua Regina mentre le figure che avevi percepito, lentamente diventano nitide e reali, così belle ed inquietanti, da togliere il respiro ma che sembrano stonare, nel vostro mondo antico...



    Loro sono i miei Angeli Custodi...
    Vittime della stessa crudeltà che ho subito anch’io.

    Loro sono i miei Angeli Custodi...
    Vittime della stessa crudeltà che ho subito anch’io.


    Un’altra coltre violacea l’avvolge, rivestendone il corpo per poi tramutarsi in una mortifera armatura mentre quelle creature, sembrano tornare apparentemente nell’ombra.
    Ti studia ed osserva: il suo sguardo è sottile poiché comprende e sente la tua preoccupazione...

    Cosa sono diventata?
    Cosa sono diventata?

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    Ti fissa fin dentro l’anima, per poi parlare come un fiume in piena.

    Quando Melkor mi strappò l’anima, io vidi la luce...
    Pace e beatitudine: non osavo sperare in un destino migliore. Ero pronta alla dipartita ma poi, lui... mi riportò giù!

    Quando Melkor mi strappò l’anima, io vidi la luce...
    Pace e beatitudine: non osavo sperare in un destino migliore. Ero pronta alla dipartita ma poi, lui... mi riportò giù!


    Fa qualche passo verso una delle enormi finestre, per poi vedere quel non cielo, che riempie la volta dell’Ade ed un sorriso amaro, le tirò le livide labbra.

    La morte di quel maledetto mi liberò dal suo volere ma non riottenni il mio corpo grazie ai nostri guerrieri...
    Melisandre un’antica banshee, Specter di un’altra epoca, mi disse che non avrei mai più potuto riavere le mie spoglie mortali, poiché alle nostre essenze, era data solo la possibilità di possedere il corpo di un’anima viva ma io non mi arresi e ripresi ciò che era MIO ma pagai un caro prezzo... un’anima morta in un corpo vivo.
    Fui l’unica a compiere quest’impresa e per tanto, venni eletta da tutti quelle creature dannate, come loro Regina e Guida.

    La morte di quel maledetto mi liberò dal suo volere ma non riottenni il mio corpo grazie ai nostri guerrieri...
    Melisandre un’antica banshee, Specter di un’altra epoca, mi disse che non avrei mai più potuto riavere le mie spoglie mortali, poiché alle nostre essenze, era data solo la possibilità di possedere il corpo di un’anima viva ma io non mi arresi e ripresi ciò che era MIO ma pagai un caro prezzo... un’anima morta in un corpo vivo.
    Fui l’unica a compiere quest’impresa e per tanto, venni eletta da tutti quelle creature dannate, come loro Regina e Guida.


    Sembrerebbe voler continuare ma all’improvviso compare Agatha, consolandola. Le sussurra qualcosa nell’orecchio e vedi Tinebra annuire, per poi riprendersi.

    Ma basta parlare di me: avremo modo di approfondire...
    Ma basta parlare di me: avremo modo di approfondire...




    Sorride mentre le parli: un velo nostalgico le tinge di serenità il viso, consolata dal fatto che nonostante tu abbia un nuovo corpo, non sei cambiato affatto e questo la rincuora...
    Osserva i tuoi movimenti, annuendo ad ogni frase per poi riavvicinarsi a te, mentre appoggia la sua fronte alla tua.

    E sia Mio Re: so dove può esser nascosto anzi... ne siamo certe ma dovrò partire per prima e preparare il terreno: sfrutterò questa mia nuova essenza, poiché nessuno la conosce. Verrò vista come un nuovo nemico e poi....
    E sia Mio Re: so dove può esser nascosto anzi... ne siamo certe ma dovrò partire per prima e preparare il terreno: sfrutterò questa mia nuova essenza, poiché nessuno la conosce. Verrò vista come un nuovo nemico e poi....

    Poggia le mani sulle tue spalle, avvicinando pericolosa le sue labbra al tuo orecchio sinistro.

    Devo scoprire i miei limiti ... se ne ho!
    Devo scoprire i miei limiti ... se ne ho!

    Ti bacia per poi allontanarsi con Agatha.

    Ci vediamo tra due lune, Amore Mio: quando sarai pronto, Aradne aprirà un portale per te e ci rincontreremo...
    Ci vediamo tra due lune, Amore Mio: quando sarai pronto, Aradne aprirà un portale per te e ci rincontreremo...

    Se ne va, lasciandoti solo per prepararti.



    Con le prime tenebre, Aradne atriva nelle tue stanze: sei pronto ormai e quando apre il portale, ci entri senza esitazione.

    Una scia di una miriade indefinita di morti e sangue, si propaga per alcuni chilometri fin quando non vedi un immenso albero tra la neve e la Tua Tinebra.



    Meraviglioso, vero?
    Loro invece hanno opposto resistenza: la Chiave di Salomone, è in uno dei Nove Regni di Yggdrasil!

    Meraviglioso, vero?
    Loro invece hanno opposto resistenza: la Chiave di Salomone, è in uno dei Nove Regni di Yggdrasil!



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Un post introspettivo su queste nuove rivelazioni, incentrandoti su i due giorni di preparazione.

     
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    Post III

    ahXJnB5


    Il dolore di mille lame a trafiggere il mio nuovo involucro materiale sarebbe stato più lieve di quello che provai dinanzi al fiume in piena di parole sofferenti e intrise di un oscuro significato di Morte straripate dalle labbra di Tinebra. Un'anima morta in un corpo pulsante di vita. Stentavo a credere che un simile abominio potesse compiersi: ma Lei vi era riuscita. Lei aveva infranto ogni concezione di Morte per crearne una nuova.
    Seppur incredulo, ne ero incredibilmente affascinato. La mia sete di conoscenza mi spingeva a far chiarezza sulla situazione di Tinebra, scoprire l'esistenza di un nuovo concetto di Non-Morte, attirò la mia attenzione. Se non fosse stata colei che amavo, avrei già portato il soggetto in laboratorio per alcuni esperimenti cosmici e arcani.
    Le creature alate si manifestarono in un tripudio di luce che, seppur oscura come la notte senza stelle, irradiò il viso sgomento. Valchirie. Esseri cosmici legati come Tinebra alla condizione di Non-Morte. Bagliori bianco perla, plumbei e corvini costringevano le ombre nella sala a eseguire un macabro balletto, le parole si bloccarono in gola, nessuna era tanto forte da superare lo stupore e la meraviglia che mi assalivano in quel momento. Un inchino. Soltanto questo riuscii a fare, anche se più goffo e meno elegante di quanto fossi abituato a fare. Il mio nome è Minosse, incantato - gli occhi tornarono su Tinebra, le sue parole continuavano a colpirmi, a farmi male, a costringermi a pensare a come salvarla dal dolore senza però compromettere la sua situazione di potere.
    Ruota tutto intorno al potere. Persino per esseri semi divini come noi che trascendono il tempo e la morte. Lei era sempre stata affascinata dal potere e dai limiti che esso consentiva di superare per raggiungere vette impensabili per un semplice cavaliere. E allo stesso modo ero stato plasmato io nel corso dei millenni di esistenze vissute al servizio degli Inferi e del suo Signore. La mia incolmabile fame di conoscenza ne era una solida testimonianza.
    I limiti sono ben poca cosa per entità come noi. Nè umani, nè divinità. Soggiogate nel limbo tra la mortalità e l'immortalità, relegati ad un infinito ciclo di morte e rinascita, di dimenticanza e memoria. Comprendere i meccanismi di ciò che ti è accaduto può essere la vera Chiave di Salomone per Conoscenza e Libertà.
    La sua fronte fredda e grigio fumo impattò sulla mia, temevo di sentire il gelo del suo dolore ma soltanto un tiepido tepore avvolse le mie membra come un piacevole e caldo bagno ristoratore. Era magnifico: oltre la Non-Morte, oltre il giogo delle divinità, era lì che Tinebra si spingeva; dove sarei arrivato se l'avessi seguita?
    Due lune saranno interminabili, persino per me - le afferrai la mano per contraccambiare l'ardente fiamma dell'amore che bruciava soltanto per Lei - Ingurgiterò volumi di magie antiche in tua assenza, dopo tutto i miei poteri hanno bisogno di essere rispolverati - le sorrisi, poi gettai un'ultima occhiata alle maestose valchirie - Badate a lei, nobili creature - un pensiero che nessuna di loro avrebbe potuto ascoltare. Forse.

    Le due lune trascorsero lentamente, lasciandomi in un'agonia senza fine. Nessun tomo arcano riuscì a distogliere i pensieri da ciò da cui le due lune incredibilmente mi dividevano: Conoscenza e Tinebra, ma esse descrissero un tempo sufficientemente lungo per riflettere a fondo su ciò che avrei voluto e dovuto fare.
    Ero sorprendentemente diviso in due: da un lato vi era la mia indiscutibile devozione ad Hades e al compito che un Giudice dell'Averno è tenuto a svolgere; dall'altro vi era la via che Tinebra mi aveva indirettamente indicato. Non riuscivo a pensare a nient'altro. La sua salvezza e la conoscenza viaggiavano sullo stesso binario su cui un treno in corsa sfrecciava alla velocità della luce. Mai prima di allora ero così combattuto, indeciso, "poco informato". Il Non Sapere era un morbo incurabile di cui non riuscivo a liberarmi, non ancora: la Chiave di Salomone avrebbe posto fine alla mia insopportabile ignoranza. L'Onniscenza sarebbe stata la panacea per tutti i miei mali, il Libro la mia medicina.
    Ma una scelta ancora più ardua si sarebbe palesata nel momento in cui i miei occhi avrebbero visto qualunque cosa, le mie orecchie avrebbero ascoltato qualunque storia, la mia mente avrebbe immagazzinato qualunque informazione esistente nel passato, nel presente, nel futuro. Cosa avrei dovuto fare con Tinebra? Rompere il veto imposto dal Libro stesso mi avrebbe condotto ad una pena ben peggiore della morte o del sonno perpetuo: avrei vissuto come un reietto, privo di ogni affinità alla magia del cosmo o all'infinita conoscenza di cui ero sacro e immacolato contenitore.
    Liberare Tinebra dalla sua schiavitù o elevarmi a estremo simulacro di Verità e Sapere?

    Aradne non tardò ad arrivare non appena la seconda luna scomparve al di là del finto cielo dell'Averno, oltre la terra che sovrastava come una spessa linea di confine il regno dei morti. La valchiria avvampò il cosmo similmente ad una sacerdotessa guerriera ma così diversa nell'essenza, un portale di violacei bagliori attendeva di essere attraversato. Non indugiai, nè persi tempo in futili domande da rivolgere all'essere alato.
    Neve. Ecco cosa mi accolse. Soffice e candida neve a pizzicarmi il volto con i suoi tratti gelidi e le spigolose punte dei cristalli che la componevano a livello molecolare. Terre aride, bagnate dall'umidità intrappolata in glaciali reticoli cristallini si estendeva per chilometri. Il paesaggio era tutt'altro che idilliaco. Corpi martoriati e contorti in pose innaturali e visi dilaniati dallo spavento e dal dolore coloravano con il loro denso sangue il tappeto bianco perla intessuto dalla natura. Non oserei dire che la lotta fosse stata alla pari: nessuno aveva armi nelle mani, muscoli tesi in posizione di difesa o d'attacco. Erano stati trucidati a sangue freddo e in modo impossibile da decifrare. Sembrava fossero stati avvelenati istantaneamente da un'arcana sostanza, la tentazione di fermarmi a studiarne l'effetto era irresistibile.
    La Dama Oscura era al culmine del sentiero. Anche Lei indossava un'armatura priva di qualunque macchia cremisi, il corpo era ancora avvolto da un'aura di denso fumo nero che mi riportò indietro a quando ci incontrammo la prima volta in questa nuova esistenza.
    Nessun dubbio dilaniava la mia mente circa il cambiamento di Tinebra. Lei era diventata la Morte stessa, un concetto così simile eppure così lontano da come Hades la concepiva, da come io l'avevo studiata e accolta in ogni fibra del mio essere quando giurai fedeltà alla causa. Persino l'essenza stessa dei suoi poteri era mutata, trasformata in qualcosa pur non avendo ancora osservato con gli occhi benedetti da Agamotto, conoscevo nella sua più oscura e ignota sfumatura. Ma era bellissima, Lei lo era. Autoritaria, determinata, forte. Ne ero sempre più irrimediabilmente attratto.
    Il Libro è...è qui?? - chiesi sbigottito - Credevo che i Nove Mondi di Yggdrasil fossero soltanto un'altra stupida leggenda. Neanche il Primo Celebrante di Odino era riuscito a fornirmi informazioni sull'albero del mondo - le labbra si inarcarono come pieghe di un tessuto, stravolsero il mio volto non più vittima dello stupore ma assalito da un desiderio di conquista che avevo quasi dimenticato.
    Lo Spirito del Grifone aveva cominciato a destarsi, i cadaveri senza vita fecero pulsare il sangue nelle vene, mi fecero sentire così vivo che avrei esploso il mio cosmo per chilometri soltanto per il gusto di provare una sensazione così forte e intensa. Se la Chiave di Salomone è qui, cosa stiamo aspettando mia cara? - le tesi la mano come se stessimo per giungere ad un ricevimento di alta borghesia, dopotutto le buone maniere devono essere sempre rispettate.color=#a149b7][/color]

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    Tinebra ti osserva pensierosa mentre Aradne e Agatha, volteggiano intorno a lei.
    La Dama Oscura inarca il sopracciglio destro mentre si volta per risponderti...

    Stiamo aspettando l’arrivo di Arthura... lei ci dirà dove andare.
    Stiamo aspettando l’arrivo di Arthura... lei ci dirà dove andare.

    Tinebra cammina annusando l’aria: è attenta come un lupo che bracca una preda. Che sia solo estrema cautela non puoi dirlo ma hai l’impressione che la tua sposa, stia aspettando un attacco da un momento all’altro.

    Non mi piace questo silenzio: ho come l’impressione che ci stiano aspettando.
    Quei guerrieri lì a terra, erano solo carne da macello, pedoni fin troppo sacrificabili...

    Non mi piace questo silenzio: ho come l’impressione che ci stiano aspettando.
    Quei guerrieri lì a terra, erano solo carne da macello, pedoni fin troppo sacrificabili...


    Ma l’arrivo della terza Val’kyr, spezza le attuali riflessioni dell’Oracolum.

    Il Sacro Tomo, è costudito da Mímir mia Signora è non lo vuole cedere.

    Un sorriso sornione, tinge le labbra della Banshee.

    Ero convinta che fossero i nani ad essere avidi e non i giganti: non si finisce mai di imparare...
    Fai strada Arthura, voleremo non visti.

    Ero convinta che fossero i nani ad essere avidi e non i giganti: non si finisce mai di imparare...
    Fai strada Arthura, voleremo non visti.


    Improvvisamente Agatha ed Aradne, vi prendono da sotto le braccia e vi fanno volare con loro, seguendo la terza sorella.
    Grazie alla loro “magia” occultano i vostri cosmi, dirigendosi verso la seconda radice di Yggdrasil, superando il fiume velenoso Élivágar per poi raggiungere la terra dei giganti, Jǫtunheimr: un mondo oscuro, freddo e spoglio, circondato dall’oceano úthaf.

    AS1-Jotunheimr

    Proseguite ancora fino all’agognata meta... la Fonte Mímisbrunnr dov’è custodito la Chiave di Salomone.

    425497395ffe4e1e1c6750ed027d12f9

    Le Val’kyr vi fanno scendere mentre Tinebra si rivolge ad Arthura.

    Dov’é il guardiano?
    Dov’é il guardiano?

    Ma la terza Val’kyr scuote la testa mentre Tinebra avanza verso la fonte.

    Odino qui vi lasciò un occhio per poterne bere un sorso...che spreco di lungimiranza.
    Odino qui vi lasciò un occhio per poterne bere un sorso...che spreco di lungimiranza.

    Tinebra sta per allungare una mano nell’acqua, quando all’improvviso spunta un’enorme testa d’uomo, che la porta a sorridere con garbo.

    So che vuoi contaminarla Dama Oscura ma fossi in te, non lo farei: primo, rischieresti di distruggere il libro, che tanto cerca il tuo sposo e secondo... non te lo permetterei!

    Finalmente il custode Mímir, si è presentato alla vostra vista...
    Cosa farai?



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Una bella descrizione dei luoghi e poi interagisci con il custode ma non toccare la fonte!

     
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    Ero incantato dalla figura di Tinebra, distorta e martoriata ma così profondamente umana. Una donna fiera, forte e pericolosa ma intensamente ancorata a quel senso materno e di protezione verso il suo popolo che Melkor aveva invano tentato di strappare e gettare nelle profondità del Nulla. Era vigile e mi faceva sentire protetto, sicuro come un infante tra le braccia della madre.
    Riesci ancora a temere dei e umani? Un'imboscata mette a dura prova le abilità di un guerriero, potrebbe essere una valida prova per testare i tuoi limiti - nonostante il cuore in fiamme e la gola arida come sabbia del deserto, dosai con cura l'ultima parola donandole un particolare e intenso significato.
    Le ali della Surplice del Grifone graffiavano la neve tracciando dei solchi sul terreno e il metallo strideva e gemeva al contatto con l'aria. Era eccitata, e lo ero anch'io. Infinitamente. La battaglia per quanto non fosse così in linea con le mie idee mi mancava, erano secoli che non torcevo muscoli con la mente o rompevo ossa con un semplice gesto delle dita. In cuor mio sperai, anche solo per un istante, di poter affrontare qualcuno degno del mio nome: non ero ancora in pieno possesso dei miei poteri ma essi avrebbero piegato chiunque si fosse posto sul mio cammino, un po' per dovere, un po' per diletto. Ma l'albero dinanzi a me solleticava anche altri piaceri non così oscuri. Un costrutto di magia antica, divina, capace di contenere mondi nelle sue radici senza alterare l'equilibrio dimensionale della realtà. Una semplice meraviglia delle leggi del Multiverso racchiusa in un luogo indegno. C'era qualcosa in questo simbolo asgardiano che mi spingeva a riflettere, o meglio, a ricordare. Vagai nei meandri oscuri di quei ricordi ancora inaccessibili della mente ma fu tutto vano, rischiai soltanto di deconcentrarmi o perdere tempo utile da impiegare per mettere le mani sul tomo tanto agognato.
    La valchiria di nome Agatha mi afferrò all'altezza del gomito e senza degnarmi di uno sguardo emanò un'aura cosmica così antica da gelarmi il sangue nelle vene; qualunque fosse stata la loro natura era su un livello per me ancora incomprensibile. Dall'alto Yggdrasil sembrava ancora più imponente, una macchia di rigoglioso verde scuro su una tela bianca, la bozza di un dipinto destinato a diventare un'opera d'arte. Mi ripugna pensare che un simile dono sia stato concesso a terre così inutili. Mi ripugna pensare che l'albero si sia ridotto a un simbolo religioso, un'espressione della "grandezza" di divinità piccole ed insignificanti - riflettevo a voce alta ma la valchiria sembrò non essere interessata ai miei pensieri.
    Il viaggio non durò a lungo ma sembrò infinito. Ebbi modo di meditare su quanto era accaduto in così breve tempo. Ero Minosse, Re di Creta, Giudice dell'Averno, Officiante del Volere di Ade, Sposo dell'Oraculum Inferorum. Mi sembrarono soltanto titoli privi di valore, non riuscivo neanche a collegarli alle imprese compiute o alle azioni commesse per meritarli. Chi ero davvero? Non lo sapevo.
    La resurrezione, l'incontro con Tinebra e Radamante, il ritorno nella Giudecca, la scoperta dei miei antichi poteri e la possibilità di viaggiare fianco a fianco alla mia dolce amata per conquistare un sacro artefatto si erano avvicendati così velocemente e così intensamente da non poter essere metabolizzati. Cos'è questa insoddisfazione che pulsa nel cuore e nelle vene? Dove sono finiti i principi su cui un Re basa la sua vita?...Un Re? E di cosa? - già, di cosa? Di un impero abbandonato per un fine più grande, un fine ora oscurato da tenebre in cui la memoria era appesa ad un filo sottile tra ricordo e dimenticanza, tra luce e oblio.
    Una massa liquida ed informe verdognola e dal nauseante aroma ruppe il silenzio dei miei pensieri. Lo riconobbi, era il fiume Élivágar, un agglomerato di effluvi velenosi che segnava un confine dimensionale tra Asgard e Jǫtunheimr, la terra dei giganti. Yggdrasil è un perfetto concentrato di magia dimensionale: esso è un agglomerato di Nove Mondi suddivisi da confini ben definiti e impenetrabili, a meno che... - adrenalina scorreva impetuosa nelle vene mentre impulsi elettrici impazzivano dilagando tra le sinapsi del sistema nervoso del vessillo in cui mi ero risvegliato - Qualcuno ha recuperato il Bifrost, interessante. Ma probabilmente sottovalutano il potere di cui esso è dotato. Se il Bifrost fosse ancora perduto nessuno sarebbe riuscito a oltrepassare il confine sottile ma così impenetrabile della barriera dimensionale tra i mondi - la situazione cominciava ad assumere una piega decisamente favorevole alle mie ambizioni e alla mia insaziabile fame di conoscenza.
    Le ali della valchiria si tesero per un istante prima di gonfiarsi come vele e far poggiare i piedi sul suolo freddo di Jotunheimr. Terra e neve dominavano incontrastati il luogo: costrutti di ghiaccio informi si innalzavano come catene montuose, spiragli di aria gelida roteavano indomite al di sopra del manto di neve cristallina descrivendo movimenti a spirale, la vegetazione si nascondeva tra lamiere di ghiaccio pronte a riflettere qualunque fonte di luce naturale o artificiale. Le nuvole si intrecciavano a formare un vortice al cui epicentro giaceva una stella fredda e morente la cui luce sembrava infondere il gelo che racchiudeva l'intero regno in una morsa. L'ululare del vento era smorzato dal fragore dell'impetuoso dell'oceano Uthaf, le sue onde simili a fiamme inestinguibili ma dall'intenso colore scuro mi inquietarono non poco ma mi affascinarono allo stesso tempo.
    La Fonte Mímisbrunnr, sede del Gigante della Saggezza, quale onore - il tono tradì un certo entusiasmo. Avevo sentito il nome di Mimir, il Gigante custode della Fonte da cui lo stesso Odino traeva la sua inesauribile saggezza. Ero incredibilmente simile a Mimir: affascinato dal sapere, desideroso di conoscenza, disposto a tutto pur di preservarla in nome dei propri ideali. Il nostro incontro era scritto nelle stelle: non appena Tinebra si avvicinò alla fonte, una testa priva di corpo e capelli, con una lunga barba bianca che nascondeva bocca e dentatura e un occhio quasi incavato, si presentò con parole che sembrarono spine piuttosto che doni di benvenuto.
    Finalmente ci incontriamo, Mimir. La tua storia è leggendaria persino per un Giudice dell'Averno. La tua Onniscenza è invidiata in tutto il mondo, se non il multiverso - mi accostai alla Dama Oscura con sguardo penetrante e arrogante - Mi sarei presentato ma immagino tu conosca tutto di me e questo ti permette di acquisire un vantaggio non da poco, ma se sei davvero onniscente dovresti sapere che quel tomo sarà presto nelle mie mani, devi solo spiegarmi come - giocare con la mente era una cosa che adoravo, manipolare le parole per giungere ad una conclusione prevista era divino e appagante Immagino che per ottenere la Chiave di Salomone dovrei essere disposto a tutto, credi che non lo sia? Stupiscimi dunque, spingimi a compiere qualcosa di estremo e qualcosa di estremo io compirò! - poggiai una mano sulla spalla di Tinebra; dovevo rassicurarla, spingerla a lasciarmi compiere il destino che era stato scritto prima ancora della nostra venuta al mondo, prima ancora che il Re di Creta accettasse la mefitica offerta di un altro Re, quello degli Inferi.

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    Mìmir ridacchia divertito mentre ti osserva ma puoi notare lo sguardo di Tinebra, velatamente preoccupato, come se la tua sposa già conoscesse il terribile sacrificio a cui andrete incontro...

    Arrogante come pochi ma ve lo concedo: come accennato dalla Dama Oscura, bisogna rinunciare a qualcosa per avere accesso al libro ma a Uomini come voi, disposti a sacrificarsi come pochi... questa volta chiederò di più: qualcosa o qualcuno a cui tenete davvero!

    Improvvisamente una radice afferra la caviglia sinistra di Tinebra, la quale però ride divertita.

    Pensate davvero di potermi imprigionare?
    Pensate davvero di potermi imprigionare?

    Non ottenete risposta finché il guardiano ti parla telepaticamente.

    L’eterna dannazione della tua donna, in cambio dell’accesso al pozzo per ottenere il libro, ammesso che lui ti voglia, oppure...
    Il Sacrificio di una sua Val’kyr... Arthura!
    Sono vecchio e solo, ho bisogno di una figlia a cui trasmettere la mia onniscienza...


    La Banshee viene liberata ma subito ti prende per le spalle, con aria agitata.

    È una trappola: cosa ti ha detto?
    È una trappola: cosa ti ha detto?

    Cosa sei disposto a Sacrificare? Ma soprattutto... cosa c’entra la Val’kyr?



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Stai in guardia :caffè:



    Edited by …Tinebra… - 18/2/2020, 17:00
     
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    L'arroganza degli umani o esseri a loro così vicini mi irritava incredibilmente, anzi mi faceva letteralmente infuriare. Simili insetti osavano argomentare con un rappresentante del dio della Morte, credevano di insozzare con sudicie parole la gerarchia di ordini prestabiliti e impiegabili, in piedi sindal principio di ogni cosa. Disdicevole. L'ira accecò per alcuni istanti il mio luminoso intelletto, lo privò di quella lucidità mentale che contraddistingueva da sempre azioni e parole del Giudice dell'Averno.
    Mi ero rivolto a te con rispetto ma ancora una volta voi esseri insignificanti vi mostrate per ciò che siete veramente: letame, insetti, liquami maleodoranti - l'indice picchiettò sul naso accompagnando il disgusto che comparve sul volto - E ti permetti anche di paragonarmi a quelle opere mal riuscite e ripugnanti di Zeus...non pensavo che un essere come il famoso Mimir fosse straziato da simili deliri, sono deluso - lo ero davvero. Nessuna entità umana era riuscita a far vacillare anche per un singolo istante le mie idee, salde come le leggi che dividevano il giorno dalla notte.
    La delusione crebbe quando Mimir sfogò la sua frustrazione su Tinebra, afferrandole la caviglia con un ramo dell'albero sacro. Il timore non sfiorò minimamente la mente: sapevo cosa fosse diventata la mia amata e di certo una piccola radice era ben poca cosa dinanzi al suo sconfinato e ancora ignoto potere. Fu lo sguardo della Dama Oscura a preoccuparmi. Era stranamente intimorita dalle parole della testa senza corpo e non ne comprendevo il motivo.
    Il vituperio presentatosi di fronte ai miei immacolati occhi mi costrinse a rispondere veementemente: il cosmo bruciò come fiamma inestinguibile opponendosi al potere del Guardiano della Seconda Radice di Yggdrasil. Era ammonimento, un consiglio ad abbandonare quell'azione disperata. La concentrazione fu interrotta da un messaggio telepatico di Mimir, un'ulteriore offesa a me e all'Averno tutto.
    Nonostante il mio lungo torpore nulla era cambiato. Tutti erano tentati dal potere e tutti trovavano mezzi per accaparrarsene sempre più. Riconoscevo tale peccato, una sfaccettatura di uno dei sette capitali: gola. Da esso se ne originavano molti altri: omicidi, torture, suicidi, indole fraudolenta. Non vi era mai fine alla sete di potere, lo avevo imparato sin da quando Ade mi aveva posto come Inquisitore del Tribunale dell'Averno.
    Sospirai. Ma nient'altro mutò nella mia rigida espressione. I muscoli seppur tesi non cedettero di un millimetro; soltanto gli occhi corsero a cercare le cineree iridi macchiate da lacrime aride di Tinebra.
    Eterna dannazione o una Valk'yr. E' ciò che chiede per ottenere il libro - dovetti vomitare la verità a Tinebra, gelido in viso. La rabbia tornò ad assalirmi ancora e questa volta l'accettai come braccia di un padre accolgono un figlio. Essa non dovette forzare la serratura della mente o ingannare la razionalità per prendere possesso del mio corpo. Ogni parte di me spalancò le porte all'ira. La feci mia e la manifestai in un cosmo oscuro che si manifestò senza riserve. Gli occhi mutarono forma e composizione: le iridi si dileguarono lasciando spazio fertile a un'intensa sfumatura purpurea, una scia violacea fuoriusciva lateralmente da ciascun bulbo, erano diventatati una fonte di luce inesauribile.
    Io, Minosse del Grifone e Giudice dell'Ade, dovrei accettare un simile ricatto? Mai! - tesi la mano verso l'insolente testa: fili sottili come i capelli da cui essi si originarono millenni or sono spuntarono dalle dita affusolate come primi geromogli di una pianta destinata a divenire secolare. Espressione sublime della volontà del Giudice si disposero attorno al capo di Mimir sotto forma di una spirale impenetrabile ed estremamente fitta. Si distanziavano di pochi centimetri dalla pelle provata dal tempo del Guardiano, minaccioso il loro intento, non erano stati creati per difendere. L'energia arcana e senza tempo che emanavano i fili doveva necessariamente far comprendere allo stolto quanto reali fossero le mie intenzioni.
    Io rappresento il retaggio di Klaus, il nuovo Imperator dell'Averno. Gli Spectre non si piegheranno mai più, non rinunceranno a nulla se non per loro stesso diletto. Io voglio la Chiave di Salomone e la otterrò senza mettere in gioco Tinebra o coloro che le sono così ardentemente legate. Te lo chiederò una sola volta: dov'è il libro? - avrei voluto aggiungere una specifica: lo avrei sacrificato per poi condannarlo a infiniti cicli di torture e supplizi una volta giunto nell'Ade ma feci vorticare i fili attorno a lui, di certo il messaggio sarebbe stato più efficace.
    Spezzerò l'arcana magia che richiede un simile tributo. A costo di bruciare l'intero Albero del Mondo, porterò l'Averno in queste fredde terre se sarà necessario ma non sacrificherò più nulla, i falsi dei mi hanno tolto tutto... - non ero ancora completamente padrone dei ricordi e delle esperienze vissute ma avvertivo un vuoto incolmabile dentro di me ogni volta che cercavo di ricordare chi fossi prima di diventare Giudice. Ricordo Creta, le sue onde e i tramonti mozzafiato. Ricordo il Palazzo di Cnosso maestoso e lucente come un faro nella notte. Ricordo il popolo e l'amore per me, il loro sovrano. Ma non ricordavo chi fossi e chi avevo accanto: mettere le mani sul libro mi avrebbe fornito le risposte che cercavo.
    Ero così vicino al raggiungimento dei miei obiettivi, non avrei mai ceduto alle insulse richieste di una testa vagante.

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    Fili del Dominio: Il Cosmo è la base della vita e può esprimersi nelle forme più disparate. Alcune di esse sono di sublime bellezza e fatale incanto, altre si manifestano con ardore e violenza, altre ancora, tuttavia, non sono di così facile interpretazione e manipolazione: sono espressione di un perfetto equilibrio tra bellezza e letalità. I fili del dominio concretizzano un simile concetto: sottili, quasi invisibili a occhio nudo, sottovalutati da coloro che non possono apprendere la magnificenza di una simile arma. I fili sono cosmo puro, perfetto, tangibile manifestazione della volontà del Giudice Infernale. Essi stringono in una morsa forte e letale, resistono al taglio delle armi e penetrano in profondità oltrepassando qualsiasi materiale. Per far perire i nemici da lui condannati, Minosse utilizza i fili per infliggere pene di indicibile sofferenza: strappa le carni, rende chiunque voglia un burattino nelle sue mani facendo compiere gesti innaturali e pose al limite dell'umano. I fili possono intrecciarsi tra di loro per dar vita a ogni genere di costrutto semplice o arma contundente e affilata, il loro utilizzo è privo di limiti, alla stregua di un abile manipolatore elementale. Anni di studio nel palazzo di Cnosso, hanno permesso al Re di perfezionare l'utilizzo dei fili in arti oscure simili alla negromanzia o al marionettismo. Sono poteri che permettono di manipolare i cadaveri o i viventi per renderli burattini nelle mani del Giudice, compiendo movimenti innaturali e contro la loro stessa effimera volontà. I fili sono, pertanto, un mezzo infimo e orribile con cui subire l'ira dell'Incantatore: la morte sopraggiunge dopo ore di agonia e indicibili tormenti. (I fili possiedono Forza e Resistenza Straordinaria) [Fili - Grado 4]

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    Il Guardiano non si scompone di fronte alla tua furia, seppur ormai tuo prigioniero mentre Arthura impallidisce visibilmente ma chi resta perplessa e compiaciuta al tempo stesso... é Tinebra: certo, conosce la tua furente anima guerriera ma ciò che la fa sorridere sorniona è che anche in questa vita, siete ancora tremendamente affini e complici...

    Puoi anche uccidermi ma ciò non cambierà le regole del gioco e se brucerai l’albero... il libro andrà perduto per sempre...
    Fai la tua scelta!


    Inspira profondamente, mentre la sua testa inizia a dissolversi in cenere bianca, andando a sgretolarsi con l’ambiente circostante. Il pozzo sparisce in un’esplosione di luce che vi obbliga a coprirvi il volto. La terra trema e tutto diventa buio finché un cosmo potente si manifesta in una luce violacea, nella forma di ciò che stavi cercando...

    bcc894901d8496849216eb0ec4ddd42e

    Il... il libro.
    Il... il libro.

    La voce di Tinebra è tremante per l’ estasi di tale visione ma tale felicità è spezzata da una voce, che sembra provenire dal libro.

    Re Minosse, cosa siete disposto a sacrificare per la conoscenza suprema?
    Ciò che a voi è più caro, verrà immolato sull’altare del potere supremo...


    Tinebra ti stringe la spalla ancora una volta.

    Ti ricordi la nostra eterna promessa, affinché tutto questo non fosse vano?
    La causa prima del sangue.

    Ti ricordi la nostra eterna promessa, affinché tutto questo non fosse vano?
    La causa prima del sangue.


    Si stringe a te i ti bacia con passione, spingendoti verso il libro...

    Compi il Nostro Destino, mio Re!
    Compi il Nostro Destino, mio Re!



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Vai dal libro... coraggio :ciaone:

     
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    Il Fato è spesso crudele con gli uomini ma lo è ancor più con monarchi e divinità. Cenere è ciò che rimase del profeta asgardiano, macerie sgretolate come dune di sabbia erano i resti di una fonte non più zampillante. L'ira che mi travolse era ora semplice vento di bonaccia, il tempo parve arrestarsi per un solo infinito secondo. Il Tutto divenne Nulla, il Creato fu inghiottito dal Vuoto.
    Poi un'esplosione. Un Big Bang traboccante di cosmo travolgente paralizzò ogni mia fibra muscolare, la sua luce inibì lo sguardo immacolato, i fili, spezzati, si dissolsero al vento come polvere.
    L'oceano di purpurea luce si intensificò emanando un bagliore simile all'astro fiammeggiante simbolo di Apollo che mi costrinse a porre l'avambraccio dinanzi agli occhi per evitare di incenerirli. Ero perso, smarrito come un bambino innocente dinanzi a quell'energia così pura e millenaria. Non era timore della grandezza di tale potere a bloccare le membra o a soffocare in gola parole idonee per descrivere le emozioni del mio animo. Era stupore.
    Sentii il cuore vibrare come acciaio di una spada al vento, poi infiammarsi e infondermi adrenalina così incredibilmente umana nelle vene. La Chiave di Salomone era dinanzi a me. Levitava a mezz'aria descrivendo leggiadri movimenti dall'alto verso il basso mentre un'onda di luce spuria ne abbracciava i contorni.
    La Fonte di ogni Conoscenza...qui dinanzi a me - dopo millenni di ricerca sfrenata, finalmente il mio destino poteva compiersi. Uno strano senso d'ansia avvampò come fiamma: ciò che avrei detto e ciò che avrei compiuto da lì in avanti avrebbe influenzato la mia futura ed eterna esistenza e quella dell'Averno. Sollevai la mano per raggiungerlo e farlo mio ma una voce più antica del Tempo si palesò furiosa come una tempesta. Sacrificio. Ancora sacrificio. Cominciava a diventare un'ombra ammorbante, divenne prestò il mio peggior incubo. Dovevo costringere Tinebra a rinunciare a parte del suo potere, a perdere qualcosa per farmene ottenere un'altra, a immolarsi ancora per un figlio dell'Ade.
    Un'entità primegenia come te mi porge una domanda di cui conosce già risposta. Sei la Chiave di Salomone: scruti nel passato come un archeologo, leggi il presente come un filosofo, calcoli il futuro come un matematico. Racchiudi la quintessenza del Sapere e della Conoscenza eppure mi poni dinanzi ad una scelta...Curioso - mi opprimeva una sensazione di pericolo, grande e nefasto. Che fosse un tranello di Mimir? Un'illusione di Yggdrasil stesso per proteggere l'arcano artefatto? Ecco qui la mia maledettissima impotenza. Un semi dio, un reggente, un Giudice delle anime inerme dinanzi ad una scelta alla stregua di un sudicio umano. Come potevo, mi chiedevo dunque, forgiare un nuovo regno, donare potere al mio Signore e proteggere la mia amata se una singola scelta mi trascinava avidamente in un baratro di oscura depressione?
    Il gelo dell'incertezza e la pressione esercitata sulla mente dal dubbio si dileguarono in un istante quando Tinebra poggiò la mano sulla spalla. Un tepore che credevo ormai sopito in una creatura nè umana, nè divina ma capace di coccolarmi in un caldo abbraccio. Le sue parole mi ricordarono la promessa di due lune prima e subito furono nettare prelibato con cui rinvigorire le ali del Grifone. Ero pronto finalmente a volare.
    Mi baciò infiammando cuore e spirito, inebriandomi con il profumo che soltanto il suo amore era capace di emanare. Ed era tutto ciò di cui avevo dannatamente bisogno in quell'istante di eterna indecisione e grande paura. Si, paura. L'emozione che per eoni incutevo nei nemici sottomessi, nel popolo governato, nei sottoposti così fedeli. Fu in quel momento che compresi quanta umanità si celasse al di sotto di quella violacea armatura di morte, quanto Minosse Re di Creta e non Giudice dell'Ade dimorasse ancora nell'animo.
    Mia adorata...non potrò mai sacrificare la tua essenza per un potere più grande. Sei colei che infonde forza come fresca brezza nel deserto ma...ma devo essere capace di trovare la stessa forza dentro di me e fronteggiare la sudicia parte umana che lorda il Sommo Spirito del Grifone concessomi dal mio Signore - vomitai parole su parole, confessando le mie debolezze e i miei intenti, ancora una volta, come un semplice mortale.
    Il sorriso di Tinbra spense ogni velleità, la mano mi spinse verso il libro e io, volontariamente, non opposi resistenza alcuna. Lasciai che il cosmo si liberasse per darmi maggior spinta e vigore e mi avvicinai con determinazione verso l'arcano tomo. Accolgo il mio Destino, non temo nulla. Se il sacrificio è l'unica chiave d'accesso all'Onniscenza, allora sono pronto a camminare sulla strada della rinuncia. Sono pronto a ottenere il tuo potere con o senza il tuo consenso! - una promessa, una minaccia, un monito. Ero davvero pronto.

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    Nonostante sia una banshee, lo sguardo di Tinebra vibra d’amore ed ammirazione per le tue parole. Siete ormai pronti ad adempiere al vostro destino, forti come non mai quando un urlo femminile, vi angoscia...
    Arthura è a terra, in preda a forti convulsioni.

    Cosa significa? Lei è Mia! Nessuno può toccare le mie Val’kyr.
    Cosa significa? Lei è Mia! Nessuno può toccare le mie Val’kyr.

    Sta per avventarsi sul libro, decisa a far valere la sua forza ma Agatha la blocca per il braccio.

    Non è vostra... ma sua.

    Afferma indicando Minosse. Lentamente il corpo di Arthura muta: le polsiere simbolo di schiavitù, cadono. Le ali svaniscono, la pelle torna rosea ed i capelli castani mentre gli occhi, sono due specchi di cielo che ben conosci. Tua figlia Acacallide è lì, di fronte a te, bella come sua madre.

    Padre!

    Lo stesso sguardo carico di rancore, come il giorno in cui l’esiliasti e purtroppo ora comprendi cos’é il vero sacrificio... L’amore per una moglie è divino ma quello per la carne della propria carne, è estremamente Sacro.

    Tutte siamo state umane, reincarnate di volta in volta ed ignare del nostro passato...

    Ed il dubbio ora assale il volto di Tinebra, terrorizzandola come non mai: la paura sembra divorarla, poiché vittima del senso di colpa.

    Corri!
    Corri!

    Ti urla, mentre Acacallide svanisce nel libro.

    Vai a riprendere tua figlia.
    Vai a riprendere tua figlia.

    È questo il prezzo che sei disposto a pagare: non ti resta che affrontare il tuo destino.



    CITAZIONE
    Note Quest Master: Vai nel libro... coraggio :ciaone:

     
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    Minosse del Grifone | Giudice | Stella del Cielo Nobile | VII | Energia Blu

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    Ero pronto, pensavo di esserlo. Ma nella realtà non lo si è mai. Neanche un Giudice lo è, a volte nemmeno un dio. Per la prima volta dal mio risveglio avevo compreso il significato dell'impotenza e dello sgomento: ero più vicino a un uomo comune di quanto potessi immaginare.
    Le urla di Arthura non risuonavano della stessa eco delle Valk'yr che avevo conosciuto qualche luna prima. Esse comunicavano un senso di vuoto, emanavano un'aura mefistofelica, mefitica era la loro essenza. Ma in quell'istante Arthura produceva stridi umani e stranamente familiari, tremai pensando a possibili conseguenze.
    Le ali divennero cenere, le polsiere si diradarono spezzando le catene della morte e il ritorno alla vita, le urla squarciavano lo spazio e contorcevano la realtà come faglie dimensionali. Il grigio e il cobalto dell'aura cosmica abbandonarono la sua figura per lasciar spazio al colorito pesca di una pelle candida e totalmente glabra. Le iridi gelide si colorarono di un rosso vivo e fiammante come le sfumature di un tramonto.
    Acacallide... - altre parole si bloccarono in gola, affogando in tormento e disperazione. Eccomi, ancora una volta a dimostrare quanta umanità fosse legata alla mia essenza di Giudice dell'Averno. E un turbinio di emozioni contrastanti mi lacerò come vento di tempesta: da un lato preoccupazione e tormento per Acacallide oramai risucchiata all'interno del libro, dall'altro un rancore potente e profondo per la debolezza che stavo mostrando a me stesso.
    Tinebra rimase ferrea: dovevo procedere senza indugi per salvare la figlia, che seppur esiliata, era pur sempre sangue del mio sangue. Il tono e l'espressione del viso comunicavano terrore e autorità, non avrebbe accettato alcuna resistenza ad un suo ordine. Ben presto avrebbe rivalutato me, il suo unico amore.
    Mi voltai dando le spalle al libro, a Tinebra e ad Agatha. L'elmo corvino della Surplice nascondeva il mio sguardo apatico, insensibile, determinato più che mai a fare qualunque cosa per raggiungere i miei obiettivi. Acacallide era l'ultimo barlume di speranza che mi legava alla vita umana, alla mia esistenza come reggente di Creta e tutto ciò non rispecchiava chi in realtà fossi adesso. Un Giudice dell'Averno, uno Spectre, un essere eterno destinato a morire e resuscitare in epoche e vessilli diversi. Questa era eternità e salvezza. Era ciò che sono, ora e adesso.
    Il sacrificio è compiuto. Ho donato a te l'unica cosa cara che mi legava alla vita passata, alla mia umanità. - non avrei forse resistito allo sguardo di disappunto e disapprovazione della mia amata ma dovevo essere duro e determinato, pertanto, tornai a osservare ciascun presente ai piedi delle radici di Yggdrasil - Mi hai privato dell'ultimo frammento umano a me legato, adesso ho diritto ad avere il tuo potere!
    Gli occhi brillarono di una luce vermiglia e famelica, tesi la mano verso l'artefatto che sognavo da mille reincarnazioni e altre mille ancora. Il potere dell'Onniscenza sarebbe stato mio, il potere supremo da mettere a disposizione della mia nuova famiglia: l'Ade. Avevo giurato dinanzi agli dei che la vendetta di Minosse sarebbe stata furiosa, cruda, incredibilmente violenta. E per commettere un simile atto avrei dovuto mettere le mani non solo sull'antico potere in me sopito ma su una fonte inesauribile di conoscenza che soltanto la Chiave di Salomone mi avrebbe concesso. Devastare i nemici di Hades, incenerire false speranze fornite da dei insulsi, far riporre la salvezza degli umani nell'unica vera sorgente di serenità e eternità: la Morte.
    Scattai verso il libro cercando di afferrarlo con le mani, sentivo di potercela fare, sentivo di poterlo toccare. Ma ancora una volta ero in errore. Il libro si rivelò un portale dimensionale che mi inghiottì allo stesso modo di Acacallide.
    Nessun cielo a contornare le stelle, nessun confine distinguibile tra reale e irreale, soltanto un senso di smarrimento e infinita pressione sulla mente. La rabbia mi assalì furiosa, accecò la vista e fece esplodere il cosmo mefistofelico attorno a me. Una deflagrazione si estese sotto forma di cupola e avrebbe devastato ogni atomo che fosse entrato in contatto con essa, ma anche in questo caso nulla accadde.
    Maledettoooooooooooooooooooooooooo! Ti ho dato tutto! Tutto! Tuuuuutttooooooooooooooo!
    Ero disperato. L'insoddisfazione di essere caduto in un tranello della Chiave di Salomone mi provocava un dolore e un'umiliazione più forte della perdita di Acacallide. Non mi interessava il suo destino, il pensiero di cosa potesse esserle accaduto non mi sfiorava, nondimeno la possibilità di poterla salvare. Lei era una pedina da sacrificare, non potevo farmi sopraffare dalle insulse umane emozioni. L'unico scopo era il libro. Più un'ossessione che un fine ormai.
    Io sono Minosse, Giudice dell'Averno! Non sarai tu a ridicolizzarmi o a rinchiudere la mia anima in questo fragile anfratto dimensionale. Hades è con me e io sono il suo Araldo di Morte! Ti troverò e ti farò bruciare nelle profondità dell'Ade! Mi hai sentito? - avevo perso forse il senno?

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    La rabbia ora è tua sposa e tremenda compagna: hai sacrificato una figlia, ignaro e non curante del destino che l’avrebbe tormentata... infatti, lì non c’è.
    Sei solo, finché non sentì un cosmo immane, avvicinarsi a te, mostrando un aspetto che non immaginavi...



    Salve Minosse, scusami ma volevo mostrarmi con un aspetto familiare...

    Sghignazza divertito, per poi caricare un colpo cosmico tra le mani.

    Il teatrino che hai vissuto finora è nulla se paragonato a quello che sto per farti: vinci questo scontro secondo le mie regole e la mia conoscenza sarà Tua...

    CITAZIONE
    COSMIC MARIONATION ✗ Soggiogare la mente è un potere infimo ma capace di condurre l'uomo verso una morte silente, quasi piacevole. Ma sono i peccatori degni di un simile privilegio? Il cuore dell'Inquisitore non è morbido, il suo giudizio è severo e incorruttibile e a tali peculiarità deve essere accostata una pena degna dei veri orrori dell'Ade. I fili del dominio sono il mezzo attraverso cui l'esemplare punizione del semi dio si esprime; volontà ferrea divenuta tangibile, sofferenza e dolore incarnatesi in cosmo infinitamente sottile ma incredibilmente solido. Il Giudice lancia i suoi fili contro il condannato e tenta di agganciarli in punti precisi del suo corpo: giunture, zone estremamente innervate e irrorate di sangue, in prossimità di ossa o organi interni. Agendo direttamente sui fili cosmici, Minosse costringerà il malcapitato a muoversi secondo la sua perversione contorcendo ossa e tendini, strappando le fibre muscolari e compiere azioni apparentemente impossibili per un fragile corpo umano. Il supplizio inflitto è insopportabile, coloro che tentano di opporsi ad una simile forza amplificano il loro dolore al punto che la pazzia sembra l'unica via d'uscita.

    Dimenticavo... qui, sei poco più che una marionetta...
    Inginocchiati al tuo Re!


    Vuole piegarti al suo cospetto, per umiliarti: come ci si sente ad essere schiavi di se stessi?


    CITAZIONE
    Note Quest Master: Il libro è energia viola ed usa le tue tecniche mentre tu, sei stato depotenziato a rossa :ciaone:

     
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20 replies since 23/1/2020, 16:32   473 views
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